Durante gli anni ’80, articoli che decantavano il prodigio dell’osteointegrazione sono stati le punte di diamante della letteratura odontoiatrica.Nei primi anni 2000, il success rate con tutte le implicazioni inerenti la ricostruzione ossea è stato il filo conduttore della maggior parte degli studi pubblicati. Negli ultimi anni, invece, la tendenza si è invertita e il numero di articoli focalizzati non più sui risultati di eccellenza, ma sulle complicanze biologiche degli impianti (peri-implantiti) è in netto aumento: 24 systematic review solo nell’ultimo anno, 11 Consensus Meeting negli ultimi 3 anni.
Allo stato delle cose, la
peri-implantite è definita come una complicazione biologica sito-specifica successiva al restauro protesico. Il carattere distintivo di questa patologia è il
riassorbimento osseo peri-implantare (Zitzmann & Berglund).
Tuttavia un’analisi attenta di questa patologia permette di evidenziare almeno due importanti punti irrisolti: la sua definizione e la sua etiologia. Infatti, se sono chiari gli strumenti utili per diagnosticarla, di gran lunga più controversa è la definizione del danno, sia gengivale che osseo: secondo l’ultima revisione della letteratura di Figuero, allo stato attuale sono presenti una ventina di definizioni (variazioni della soglia di profondità di sondaggio e di danno osseo radiologico). Questa mancanza di una threshold definita univocamente purtroppo si riflette in maniera preponderante sui dati epidemiologici che appaiono così fortemente contraddittori (Atieh et al 2013). Da un punto di vista prettamente patogenetico, la letteratura tradizionale presenta un’etiologia della peri-implantite molto simile a quella della periodontite: uno sbilanciamento, in un paziente predisposto, tra la carica batterica e le difese dell’ospite (AO 2013).
La supposta similitudine tra queste due patologie ha portato il clinico tradizionale a trasportare tout court l’approccio terapeutico della malattia parodontale alla patologia periimplantare.
Tuttavia, come riportato da Heitz-Mayfield and Mombelli (2014), nonostante favorevoli short term outcomes, i risultati finali a lungo termine riportati nella quasi totalità degli studi presentano una mancata risoluzione della patologia o addirittura una progressione della stessa.
Questi risultati discordanti rispetto alla terapia parodontale sembrerebbero presupporre ad una non completa comprensione del “fenomeno biologico” dietro la periimplantite. Per discutere di questo background, alcuni opinion leaders sotto la guida del prof. Covani (Istituto Stomatologico Toscano, Camaiore, Italia) e del prof. Wagner (Univeristà di Mainz, Germania) si sono riuniti a Montegrotto Terme (Padova) lo scorso Agosto. Da questo brainstorming meeting è nata una Consensus Paper (Canullo et al. 2015) pubblicata su Int Journal of Oral & Maxillofacial Implants.
Questo articolo è diviso in due parti. La prima sezione è dedicata ad una revisione sistematica della letteratura riguardante i diversi fattori che potrebbero essere coinvolti nella periimplantite: fattori inerenti il paziente, la fase chirurgica e protesica, i diversi pattern microbiologici.
La seconda parte, forse quella più innovativa, classifica la malattia peri-implantare a seconda dei “triggering macro factors”. Infatti, assieme alla “tradizionale” causa batterica, gli autori si sono trovati in accordo nell’inserire triggering factors chirurgici (incorretto posizionamento implantare, fallimenti di tecniche rigenerative contestuali all’inserimento dell’impianto, incorretto management dei tessuti molli), biomeccanici (overloading del complesso corona/abutment/impianto) e protesici (eccessi di cemento, posizionamento incorretto della finishing line, difetti di adattamento del complesso impianto/ abutment) come cause scatenanti la peri-implantite. Questa nuova classificazione potrebbe avere delle implicazioni cliniche significative e potrebbe spiegare gli scarsi successi nel trattamento di questa patologia.
Dott. Luigi Canullo
Lista dei partecipanti all’International Brainstorming Meeting on etiologic and risk factors of Periimplantitis• Purely plaque induced peri-implant disease: Mia Rakic, Milena Radunovic, Andrea Chierico, Roberto Abundo, Stefan Fickl, Markus Schlee, Mario Roccuzzo
• Surgically triggered peri-implant disease: Ugo Covani, Robert Sader, Wilfried Wagner, Max Blume, Miguel Penarrocha, Michael Rohnen, Gabriella Grusovin, Sebastian Bacher
• Biomechanically triggered peri-implant disease: Claudia Dellavia, Gaia Pellegrini, Gaetano Calesini, Alberto Fernandez, Adriano Piattelli
• Prosthetically triggered peri-implant disease: Luigi Canullo, Paolo Pesce, Roberto Cocchetto, Hugo De Bruyn, Jan Cosyn, David Penarrocha
• Biologically triggered peri-implant disease: Alberto Turri, Barbara Zavan, Pablo Galindo Moreno, Michael Stiller, Moritz Kebschull, Robert Noelken
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