L’esperienza clinica giornaliera, confermata dall’evidenza scientifica, ci dimostra che, ogni qual volta un
impianto dentale two-piece (tipo
Branemark) è esposto all’ambiente orale (seconda chirurgia) e caricato, l’osso peri-implantare si apicalizza per permettere la formazione dell’ampiezza biologica, ossia di un tessuto di cicatrizzazione attorno agli impianti. Questo comporta inevitabilmente anche una contrazione tridimensionale dei tessuti molli con possibili inestetismi della protesi.
Negli ultimi anni, un nuovo concetto protesico ha preso sempre più piede in implantologia: il
Platform Switching.
Come spesso capita, questa scoperta è nata per caso: gli impianti a diametro aumentato, utilizzati nel restauro delle zone posteriori, nelle prime fasi della loro commercializzazione, non prevedevano
abutment delle stesse dimensioni. Per questa disavventura “commerciale”, i primi utilizzatori erano costretti a protesizzarli con abutment standard di dimensioni inferiori. L’analisi radiologica della risposta dei tessuti peri-implantari, come descritto da Lazzara1 (2006) evidenziava che il riassorbimento osseo era decisamente inferiore rispetto agli impianti protesizzati con tecniche convenzionali.
Le motivazioni di un tale positivo comportamento venivano spiegate dall’allontanamento del gap impianto/abutment (ossia la fonte dell’infiltrato infiammatorio) dall’osso vitale e quindi dalla distribuzione anche orizzontale dell’ampiezza biologica (causa biologica).
Pur essendo uno studio retrospettivo con bassa significatività scientifica, questo articolo segna un passo importante: dimostra, infatti, l’attendibilità longitudinale di un tale protocollo protesico.
Successivamente, diversi altri lavori hanno confermato i risultati radiologici dello studio di Lazzara, sia in impianti piazzati su osso nativo sia in siti post-estrattivi 2-4. Allo stesso tempo, anche i tessuti molli è stato dimostrato abbiano vantaggi dall’utilizzo di abutment ridotti.
Negli stessi anni, l’interesse dei ricercatori ha portato a testare istologicamente l’applicazione del concetto del platform switching sia su modello animale, sia su modello umano.
Anche se alcuni autori dimostrano assenza di differenze statisticamente significative tra gruppi test e controllo per quanto riguarda il comportamento dell’osso vestibolare6-7, la maggior parte dei lavori conferma che il platform switching permette di minimizzare il riassorbimento marginale peri-implantare8-10.
L’analisi istologica ha permesso di determinare un’ulteriore ragione della positiva risposta dei tessuti all’utilizzo del platform switching: grazie alla creazione di una base di appoggio per il tessuto connettivo (la piattaforma implantare non occupata dall’abutment), la stabilizzazione delle fibre collagene minimizza il riassorbimento osseo (causa anatomica)
Accanto alle motivazioni biologiche e anatomiche, alcuni studi sembrano dimostrare ci siano anche fattori biomeccanici.
Analisi agli elementi finiti hanno dimostrato il razionale biomeccanico del platform switching: la differenza di diametro tra impianto e moncone (mismatching), infatti, permette di diminuire gli stress meccanici trasmessi all’osso marginale, diminuendone il pattern di riassorbimento11.
In questi ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è spostata sulla risposta nel lungo periodo dei tessuti duri e molli al platform switching.
Diversi studi hanno comprovato la stabilità dei tessuti anche dopo 5 anni 12, 13.
Ad ulteriore conferma della sicurezza di questo protocollo protesico anche nel lungo periodo, uno studio microbiologico con sonde PCR ha dimostrato come, dopo 4 anni, la flora microbiologica sub gengivale in impianti trattati con platform switching non presenti alcuna differenza statisticamente significativa rispetto ad impianti protesizzati con tecnica convenzionale14.
Uno studio recentemente pubblicato15 ha dimostrato che impianti con abutment ridotti presentavano oltre una minor estensione verticale anche una minor estensione orizzontale dell’ampiezza biologica, permettendo così l’utilizzo di una distanza inter-implantare anche inferiore ai 3mm prospettati nei protocolli standard16.
Nello stesso periodo, uno studio randomizzato controllato ha permesso di dimostrare come l’ampiezza del mismatching sia inversamente proporzionale alla dimensione del riassorbimento peri-implantare, suggerendo, laddove le condizioni ossee lo permettano, l’utilizzo di impianti a largo diametro con componentisitica protesica ridotta17.
Ovviamente, il concetto del platform switching è stato dimostrato essere altrettanto valido anche nei siti ricostruiti verticalmente18 o nei rialzi del seno dove, assieme all’utilizzo di idrossiapatiti di nuova generazione, sembra prmettere un carico precoce (3 mesi) degli impianti19.
Reference List
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3. Vela-Nebot X, Rodríguez-Ciurana X, Rodado-Alonso C, Segalà-Torres M. Benefits of an implant platform modification technique to reduce crestal bone resorption. Implant Dent 2006;15:313–320.
4. Canullo L, Goglia G, Iurlaro G, Iannello G. Short-term bone level observations associated with platform switching in immediately placed and restored single maxillary implants: a preliminary report. Int J Prosthodont. 2009 May-Jun;22(3):277-82.
5. Canullo L, Iurlaro G, Iannello G. Double-blind randomized controlled trial study on post-extraction immediately restored implants using the switching platform concept: soft tissue response. Preliminary report. Clin Oral Implants Res. 2009 Apr;20(4):414-20.
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7. Becker J, Ferrari D, Mihatovic I, Sahm N, Schaer A, Schwarz F. Stability of crestal bone level at platform-switched non-submerged titanium implants: a histomorphometrical study in dogs. J Clin Periodontol. 2009 Jun;36(6):532-9.
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9. Cochran, D.L, Bosshardt, D.D., Grize, L., Higginbottom, F.L., Jones, A.A., Jung, R.E., Wieland, M. & Dard, M. (2009) Bone response to loaded implants with non-matching implant-abutment diameters in the canine mandible. J Periodontol 80: 609-17
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11. Maeda Y, Miura J, Taki I, Sogo M. Biomechanical analysis on platform switching: is there any biomechanical rationale? Clin Oral Implants Res. 2007 Oct;18(5):581-4. Epub 2007 Jun 30.
12. Prosper L, Redaelli S, Pasi M, Zarone F, Radaelli G, Gherlone EF. A randomized prospective multicenter trial evaluating the platform-switching technique for the prevention of postrestorative crestal bone loss. Int J Oral Maxillofac Implants. 2009 Mar-Apr;24(2):299-308.
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14. Canullo L, Quaranta A, Teles RP. The microbiota associated with implants restored with platform switching: a preliminary report. J Periodontol. 2010 Mar;81(3):403-11.
15. Rodríguez-Ciurana X, Vela-Nebot X, Segalà-Torres M, Calvo-Guirado JL, Cambra J, Méndez-Blanco V, Tarnow DP. The effect of interimplant distance on the height of the interimplant bone crest when using platform-switched implants. Int J Periodontics Restorative Dent. 2009 Apr;29(2):141-51.
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19. Canullo L, Patacchia O, Sisti A, Heinemann F. Implant Restoration 3 Months after One Stage Sinus Lift Surgery in Severely Resorbed Maxillae: 2-Year Results of a Multicenter Prospective Clinical Study. Clin Implant Dent Relat Res. 2010 Oct 21. doi: 10.1111/j.1708-8208.2009.00261.x. [Epub ahead of print]
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